C’era
un tempo, in alcuni remoti angoli della Terra c’è ancora, dove il
problema del male non esisteva. Era quello che Jung chiamava il “tempo
del Padre” dove l’umanità era ancora bambina. In
quel tempo l’umanità viveva in uno stato di interezza naturale, fatto
di “incoscienza, fango e sporcizia”, uno stato che qualcuno ancor oggi
ci invita ad ammirare. Allo
stesso modo, come l’ontogenesi ricapitola la filogenesi, ciascun
individuo è stato, e a volte continua ad essere, un bambino. Anche il
bambino sperimenta uno stato di straordinaria interezza, dove
l’ottimismo non sperimenta i dubbi della ragion critica. Per il bambino i genitori sono sempre buoni e, soprattutto, onnipotenti se devono soccorrerlo dal dolore o dalla paura. Relazione per il Convegno “La misteriosa esperienza del male”, Genova, 17/05/03. Pubblicato su “Individuazione” n. 2-3/2003 Testo completo disponibile in Archivio |
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