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maggio 2013

È uscito il numero 9 della rivista letteraria on-line "In Limine".

Fra gli altri contiene un interessante articolo di Beatrice Mencarini dal titolo:

"Appunti per una mitobiografia pavesiana"

 http://www.inlimine.it/

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'avviso per la interessante iniziativa della Dott.ssa Antonella Romani

CARL GUSTAV JUNG - UN PENSIERO IN DIVENIRE

Una limpida introduzione alla psicologia del profondo

 

di SILVIA MONTEFOSCHI

(Roma , 12 Giugno 1926 – Zurigo, 16 Marzo 2011)

 

LETTURA CONDIVISA DEL TESTO E RIFLESSIONI (II° edizione)

  CONDUCE la Dott.ssa  Romani Antonella

                       

ORARIO: il lunedì dalle ore 17:00 alle ore 18:30 con inizio il 25 marzo 2013

 SEDE: Studio di Psicoterapia, Logopedia e Psicomotricità 

               Piazza Cavour, 24 (I°piano) - La Spezia

 La partecipazione - a numero chiuso - è gratuita

Per informazioni e adesione chiamare il +393382483041 o inviare un sms

 

Il 16 marzo 2012 a Torino, Ada Cortese, Giorgia Moretti, Mario Mencarini, Carla Pezzani e Elsa Bianco hanno ricordato Silvia Montefoschi

Sul tavolo un mazzo di tulipani, il fiore di Silvia

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Al termine del Seminario Antonella ci ha inviato queste riflessioni che volentieri pubblichiamo:

Dall’esperienza del Gruppo di lettura condivisa e riflessioni su “L’Uno e l’Altro “ di Silvia Montefoschi , tenutosi a La Spezia dal 12 marzo al 28 maggio 2012.

 Gruppo tutto al femminile vede presenti chi lavora da tempo "con Silvia", chi ha resistenze a rapportarsi alla sfera psicologica e inconscia e chi è interessata a conoscere cose nuove, l’energia è quindi varia e positiva.

 Toni:

    Il primo incontro con Silvia  è avvenuto in un sogno che, quando era arrivato, mi coglieva nel pieno di una nevrosi giovanile, allora non sapevo della sua esistenza  e cercavo disperatamente una via di uscita. Nel sogno dopo una serie di eventi catastrofici che culminano con un editto nel quale si chiede lo sterminio di tutte le donne, nella fuga  scavalco un cancello e mi viene vicino una donna magra e bionda che rappresenta l’unica salvezza. Dopo qualche tempo un’amica mi consiglia di leggere “ L’Uno e l’Altro “  e già dalle prime pagine ho capito che quella era la mia strada…

     Il femminile si manifesta  in Silvia e svela tutta la sua potenzialità trasformatrice che ha radici nel corpo, nel limite, nel dolore, nel conflitto, ma libera l’essere tutto nel momento in cui si fa consapevole e supera la dipendenza. Sento nel gruppo questo filo conduttore, l’altro è un femminile concreto che sa riconoscere la dialettica tra patire e agire, logos ed eros, anima e animus.

 Angela:

     Mi sono spesso chiesta il perché della scelta compiuta da Silvia Montefoschi, tanto coraggiosa quanto poco ortodossa dal punto di vista accademico, di non fondare nessuno “scuola” che tramandasse il suo pensiero. Tanto più me lo chiedo ora, ora che è in un’altra dimensione.

    Se il suo pensiero è vero (e se è vero e vero totalmente come lei diceva), perché non trasmetterlo il più possibile a quanta più  umanità possibile?

    Al termine di questo ulteriore gruppo di riflessione mi è tutto di nuovo più chiaro. Perché il suo pensiero non si può tramandare, comunicare o trasmettere, si può solo vivere, si può solo fare carne in noi. Senza oggettivazione alcuna. Teoria che nasce dalla prassi e solo nella prassi torna ad inverarsi. Pensiero, azione ed esistere coincidono e sono la riflessione dell’essere su sé stesso a cui ciascuno di noi partecipa.

    Non è l’uomo che parla dell’essere ma l’essere che dice di sé nell’uomo.

    Se infatti per Freud l’evoluzione della coscienza era intesa principalmente come liberazione da una problematica infantile e per Jung come la realizzazione del processo individuativo personale, per Silvia coincide con la partecipazione della persona a un movimento evolutivo della coscienza dell’essere. Così la problematica personale è sempre inserita in una dimensione universale.

    E attraverso l’amore universale il limite diventa risorsa, la ferita feritoia e tutto proprio tutto è ri-compreso e accettato senza giudizio alcuno.

    Che sollievo, che alleggerimento, che libertà!

    Grazie Silvia!