Non si muove foglia che Dio non voglia

    Eravamo andati a trovare una amica che si trovava all'ospedale. Fra le altre cose la donna ci diceva: “Attendo il risultato delle analisi, poi dovrò decidere cosa fare: dove e come curarmi”.

    Al ritorno non abbiamo potuto fare a meno di ritornare su quella espressione così abituale che, molto spesso, ci capita di sentir pronunciare da altri o da noi stessi: “Devo decidere cosa fare”.

    Pensavamo appunto all'autoinganno con cui l'Io si illude di poter avere voce in capitolo su quanto deve accadere. Anche oggi, per esempio, abbiamo deciso di metter per iscritto queste riflessioni, per poi inviarle a “Individuazione”. Ma, nonostante che noi abbiamo deciso, occorre ben altro perché tutto questo avvenga. Occorre, per esempio, che il computer non faccia le bizze, oppure che qualche improvviso accadimento non ci distolga, oppure ancora che il discorso fluisca da noi in modo piano e scorrevole. Insomma, noi crediamo di aver deciso, ma in realtà, le cose andranno avanti secondo una autonoma e, per certi aspetti, imperscrutabile modalità. Il nostro Io, e qui ci riferiamo soprattutto alla mentalità occidentale legata alla estroversione della coscienza, fa una grande fatica a non pensare di essere onnipotente [...]

Mario Mencarini & Giorgia Moretti. Pubblicato su “Individuazione” n. 31/92

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