C.G.Jung ed il problema del bene e del male
Fin da bambino Jung fu preso dal problema riguardante la natura del bene e del male e l’ambiguità di Dio.
Come ci ricorda lui stesso nella sua autobiografia all’età di 4 o 5 anni fece un sogno che «lo avrebbe preoccupato per tutta la vita» il sogno «del fallo sotterraneo divoratore di uomini», una divinità sotterranea da «non nominare» che capì, dopo molti anni, essere la controfigura del buon Gesù, la parte oscura della divinità. .
Ancora nella stessa autobiografia racconta che, dopo giorni di intima lotta per opporsi ad un pensiero che stava avanzando in lui, si manifestò la visione della bellissima cattedrale di Basilea sommersa da una massa di sterco derivante da un Dio assiso sopra un trono d’oro.
Dio si era manifestato in tutta la sua potenza e terribilità, lo aveva costretto a pensare e, questo essere costretto, era stata per lui un’esperienza spaventosa.
Dice Jung: «era un mistero terribile che avevo sperimentato e fu per me una vicenda oscura e angosciosa. Essa si ripercosse sulla mia vita e mi rese molto pensoso».. L’immagine blasfema, dopo molti tormenti, gli fa capire che il peccato rientra nel disegno di Dio.
Queste prime esperienze di vita saranno lo spunto per la sua ricerca futura, sia riguardo la correlazione esistente tra fede ed esperienza di vita, sia l’esistenza del lato oscuro della divinità come fonte creatrice del bene e del male...
Giorgia Moretti
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